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Situazione USA:
Avere la titolarità del copyright sulla tua musica ti conferisce vantaggio, protezione e potere per monetizzare il tuo catalogo musicale.
In questo articolo spiegheremo cos’è il copyright musicale, perché è importante per i musicisti indipendenti e come registrare il copyright della tua musica come autore o artista per iniziare a guadagnare.
Cos’è il copyright musicale?
Il copyright è il diritto di un creatore di copiare, trarre profitto e distribuire la propria opera. È una forma di proprietà intellettuale, simile a un brevetto o un marchio. Come musicista, detieni il copyright delle tue canzoni e registrazioni non appena esse sono fissate su un supporto (ad esempio registrate o scritte su spartito).
Tuttavia, non potrai godere di benefici legali avanzati – come avviare una causa per violazione del copyright a livello federale o presentare reclami alla Copyright Claims Board – a meno che tu non abbia registrato l’opera presso l’Ufficio Copyright degli Stati Uniti. Una volta registrato, potresti avere diritto a fino a 150.000 dollari per ogni violazione, oltre alle spese legali se vinci la causa.
Se hai creato una canzone da solo, ne sei l’unico proprietario. Ma se l’hai composta insieme a un produttore, musicisti o altri professionisti del settore, ognuno di voi ne detiene una parte. Quanto? Sta a voi deciderlo insieme.
Importante: pagare qualcuno per una collaborazione non esclude che possa rivendicare una quota del copyright. Secondo la legge USA, se due o più persone collaborano, sono automaticamente co-autori a meno che non ci sia un accordo scritto che stabilisca diversamente.
👉 Consiglio: scrivete un accordo scritto che specifichi le percentuali di proprietà della canzone e poi registrate il copyright secondo quanto concordato.
Come registrare correttamente?
L’Ufficio Copyright USA può aggiornare moduli e tariffe. Servizi come Cosynd possono aiutarti a scegliere il modulo corretto e a calcolare la tariffa.
Assicurati di conoscere bene i fondamenti:
Due tipi di copyright musicale:
- Composizione (musica e testi) – di solito detenuta da autori e editori.
- Registrazione audio (versione registrata) – solitamente detenuta da artisti o etichette.
Se scrivi e registri le tue canzoni, hai entrambi i copyright.
👉 Una canzone ha una sola composizione, ma può avere infinite registrazioni (es. cover).
I tuoi diritti esclusivi
Una volta fissata la tua opera (scritta o registrata), ottieni sei diritti esclusivi:
- Riprodurre la tua canzone
- Distribuirla
- Creare opere derivate
- Mostrare l’opera
- Eseguire la composizione
- Eseguire la registrazione
Chiunque voglia fare una di queste cose deve chiederti il permesso (e pagare, di solito).
Violazione del copyright
Non esiste una soglia minima: anche un campione di 5 secondi può essere una violazione. L’uso di brani noti aumenta il rischio. In caso di dubbio, ottieni una licenza.
Cosa si può e non si può proteggere con copyright?
Non puoi registrare il copyright su:
- Progressioni di accordi
- Pattern ritmici
- Concetti generici
- Titoli
👉 Nessuno può possedere la progressione I-IV-V, altrimenti metà della musica popolare non esisterebbe.
Le etichette e il copyright
Le etichette spesso controllano il copyright delle registrazioni (per un certo periodo). Leggi sempre il contratto. Gli accordi scritti offrono maggior protezione legale.
Come registrare la propria musica?
Registrare presso l’Ufficio Copyright USA è fondamentale, meglio poco prima o dopo il rilascio.
CD Baby consiglia Cosynd per semplicità e prezzo (registrazione multipla, costi ridotti dell’80%).
Per registrare servono:
- Nome e indirizzo dei titolari e coautori
- Anno di completamento, data di rilascio e nazione
- File audio (per le registrazioni)
- Testi e spartiti (per le composizioni)
Se registri da solo:
- Form PA per le composizioni
- Form SR per le registrazioni audio
Puoi usare Form SR per entrambi se autore e proprietario sono gli stessi.
🔹 Non c’è un limite di età per registrare un copyright, ma le leggi statali possono limitare i diritti dei minori.
E se voglio fare causa?
Se subisci un furto o uso improprio della tua musica, puoi agire legalmente solo se hai registrato il copyright.
Due sedi:
- Tribunale federale (richiede avvocato, costi elevati, possibili risarcimenti fino a 150.000 $ per violazione)
- Small Claims Court (CASE Act 2019) – cause virtuali, senza avvocato, max 30.000 $ (15.000 $ per opera)
Come guadagnare con il copyright?
Il copyright ti permette di monetizzare la tua opera:
Royalties di esecuzione pubblica
Ogni volta che la tua canzone viene:
- Suonata in radio (inclusa digitale o satellitare)
- Suonata in pubblico (locali, eventi)
- Eseguita dal vivo
👉 Devi registrarti con una Performing Rights Organization (PRO):
- BMI
- ASCAP
- SESAC (su invito)
Queste organizzazioni raccolgono royalties per autori ed editori (non per interpreti!).
🔸 Puoi anche guadagnare royalties eseguendo i tuoi brani dal vivo, registrando i set.
Royalties meccaniche
Ogni volta che la tua canzone viene riprodotta (CD, vinile, streaming, download) generi royalties meccaniche:
- Negli USA gestite da Harry Fox Agency (HFA)
- Per lo streaming interattivo: gestite da Mechanical Licensing Collective (MLC)
Con CDB Boost, CD Baby si occupa della registrazione automatica.
Nota: le royalties meccaniche sono solo per gli editori. I cantautori devono registrarsi come editori o usare servizi come CDB Boost.
Royalties digitali di esecuzione
Se la tua musica viene trasmessa da streaming non interattivo (es. Pandora, SiriusXM):
- Devi iscriverti a SoundExchange
- Solo loro possono raccogliere queste royalties
CD Baby lo fa per te con CDB Boost.
E se qualcuno vuole fare una cover?
Se la tua canzone è stata rilasciata commercialmente, un altro artista può registrare una cover pagando 9,1 centesimi per copia tramite licenza obbligatoria (compulsory license).
👉 Anche se non ti piace la versione, non puoi vietarla se pagano correttamente.
E se vogliono usare la mia registrazione?
Qualsiasi uso di un campione audio, anche breve, richiede tua autorizzazione.
Se possiedi la registrazione, puoi negoziare la tariffa. Se possiedi anche la composizione, puoi autorizzare entrambi gli usi.
Cos’è il sync licensing?
È l’uso della tua musica in:
- Film
- Serie TV
- Video (es. su YouTube)
Chi vuole usarla deve contattarti o usare una libreria musicale dove l’hai registrata. Puoi negoziare il compenso direttamente.
Se possiedi composizione e registrazione, puoi autorizzare tutto in un solo contratto – molto apprezzato dai supervisori musicali.
💡 Ogni utilizzo in TV/cinema genera:
- Un compenso iniziale
- Royalties di esecuzione per ogni trasmissione (se il supervisore compila i cue sheet)
E su YouTube?
Chi carica una cover su YouTube ha bisogno di:
- Licenza meccanica (per l’audio)
- Licenza sync (per il video)
La maggior parte non la richiede. In quel caso, YouTube usa Content ID per rivendicare i diritti.
Situazione in Italia:
Copyright musicale in Italia: guida completa per autori, musicisti e produttori
In Italia, il diritto d’autore rappresenta uno strumento fondamentale per tutelare le opere dell’ingegno di carattere creativo. Questo vale in modo particolare per il settore musicale, dove autori, compositori, interpreti e produttori devono conoscere i propri diritti per proteggere e valorizzare il frutto del proprio lavoro. Registrare una canzone, pubblicarla o semplicemente condividerla online genera diritti e doveri che è importante comprendere. In questa guida, analizzeremo in modo approfondito cosa si intende per copyright musicale in Italia, come si acquisisce, chi sono i soggetti coinvolti, quali sono i diritti economici e morali degli autori, come funziona la gestione collettiva dei diritti e quali sono i rischi in caso di violazione.
Il diritto d’autore in Italia è regolato principalmente dalla Legge n. 633 del 22 aprile 1941, più volte aggiornata per tenere conto dei cambiamenti tecnologici e normativi, anche a livello europeo. La normativa italiana distingue tra il diritto morale dell’autore e i diritti patrimoniali, entrambi fondamentali per il pieno controllo e la monetizzazione delle opere musicali.
Secondo la legge italiana, il copyright di una canzone nasce automaticamente nel momento in cui l’opera assume una forma concreta, cioè viene scritta, registrata o fissata su un supporto fisico o digitale. Non è quindi necessario alcun deposito formale per acquisire il diritto d’autore. Tuttavia, per poter far valere i propri diritti in caso di contestazioni o violazioni, è altamente consigliato depositare l’opera presso un ente ufficiale che ne certifichi la data di creazione, come la SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) o, in alternativa, mediante servizi notarili, PEC o blockchain.
Il deposito dell’opera presso la SIAE, ad esempio, permette di registrare la paternità della composizione (testo e musica) e attribuirne ufficialmente la titolarità agli autori indicati. Non si tratta di un requisito obbligatorio per il riconoscimento del diritto d’autore, ma costituisce una prova legale importante in sede giudiziaria. Inoltre, consente agli autori di accedere ai servizi di raccolta e distribuzione dei proventi generati dall’utilizzo pubblico delle proprie opere.
Il diritto d’autore musicale in Italia si divide generalmente in due componenti: la composizione e la registrazione fonografica. La composizione, ovvero musica e testo, è attribuita agli autori e può essere gestita attraverso la SIAE o altri organismi di gestione collettiva riconosciuti, come Soundreef. La registrazione fonografica invece, riguarda l’incisione sonora dell’opera ed è normalmente di titolarità dell’artista interprete o esecutore o del produttore fonografico (che può essere un’etichetta discografica o un artista indipendente).
Gli autori di una canzone godono di diritti morali, che sono inalienabili e imprescrittibili: il diritto di rivendicare la paternità dell’opera, il diritto all’integrità dell’opera e il diritto a opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione o modifica che possa danneggiare la reputazione dell’autore. Questi diritti non possono essere ceduti né rinunciati, e rimangono validi anche dopo la morte dell’autore, passando agli eredi.
Accanto ai diritti morali, esistono i diritti patrimoniali, che sono quelli che consentono agli autori di trarre un beneficio economico dallo sfruttamento della propria opera. In particolare, questi diritti includono la riproduzione (su CD, vinili, file digitali), la distribuzione (vendita, noleggio), la comunicazione al pubblico (radio, TV, web), l’esecuzione pubblica (concerti, eventi), la sincronizzazione (utilizzo in film, spot pubblicitari) e la creazione di opere derivate (remix, traduzioni, cover).
I diritti patrimoniali possono essere ceduti o licenziati, anche parzialmente, a terzi. Per esempio, un artista può firmare un contratto con una casa discografica che acquisisce i diritti di sfruttamento delle registrazioni audio, oppure con un editore musicale che si occupa della promozione e gestione delle opere. In ogni caso, è consigliabile stipulare accordi scritti chiari e dettagliati, per evitare futuri contenziosi o interpretazioni ambigue.
Per quanto riguarda la gestione dei proventi, in Italia la SIAE svolge storicamente un ruolo centrale nella raccolta e distribuzione delle royalties per conto degli autori e editori iscritti. Negli ultimi anni, però, altri organismi di gestione collettiva sono entrati nel mercato, come Soundreef, che offre un’alternativa privata alla SIAE. Gli artisti devono scegliere a quale ente affidarsi, tenendo conto delle condizioni contrattuali, del funzionamento del sistema di reportistica e dei tempi di pagamento.
Per ricevere compensi, è fondamentale registrare le proprie opere presso l’organismo scelto e fornire tutte le informazioni necessarie: titolo dell’opera, nomi degli autori e coautori, percentuali di spartizione, eventuali editori, arrangiatori e collaboratori. Quando una canzone viene eseguita in pubblico, trasmessa in radio o TV, diffusa in streaming o riprodotta nei locali, l’organismo di gestione collettiva raccoglie i compensi da chi utilizza la musica (es. organizzatori di eventi, radio, bar, piattaforme digitali) e li distribuisce ai titolari dei diritti.
Nel contesto digitale, l’utilizzo della musica su piattaforme come YouTube, Spotify, Apple Music e Amazon Music ha reso più complesso il sistema di rilevazione e ripartizione delle royalties. In Italia, questi compensi sono gestiti sia tramite accordi diretti tra le piattaforme e gli editori, sia attraverso società di collecting che monitorano lo streaming e distribuiscono le relative spettanze. YouTube, ad esempio, utilizza il sistema Content ID per individuare automaticamente i brani protetti nei video caricati dagli utenti e monetizzarli tramite pubblicità o bloccarli se richiesto dai titolari dei diritti.
Chiunque voglia pubblicare una cover di una canzone protetta deve richiedere l’autorizzazione all’editore e pagare i relativi diritti meccanici. In Italia, la licenza per la riproduzione fonomeccanica può essere gestita tramite SIAE o direttamente con gli editori, a seconda dei casi. Anche l’utilizzo di brani in colonne sonore, pubblicità o video richiede una licenza specifica detta “sincronizzazione”, che deve essere autorizzata dal titolare dei diritti sulla composizione e sulla registrazione.
La violazione del diritto d’autore in Italia è sanzionata sia civilmente che penalmente. Chi utilizza un’opera protetta senza autorizzazione può essere soggetto a risarcimento danni, sequestro dei materiali e, nei casi più gravi, a condanne penali. Il plagio, cioè la copia parziale o totale di un’opera altrui, è un reato previsto dal Codice Penale, con pene che possono arrivare fino a tre anni di reclusione.
Per prevenire controversie e tutelarsi da eventuali plagi o usi impropri, gli autori possono ricorrere anche a strumenti alternativi al deposito SIAE, come l’invio dell’opera tramite PEC, la marcatura temporale su file digitali, o la registrazione su blockchain tramite piattaforme certificate. Questi metodi non sostituiscono il deposito tradizionale, ma possono essere utilizzati come prova della data certa di creazione.
In conclusione, la protezione della musica in Italia si fonda su un sistema articolato ma accessibile, che offre agli autori e artisti indipendenti gli strumenti per controllare, monetizzare e difendere il proprio lavoro. Conoscere i propri diritti e i canali disponibili per registrare e gestire le opere è oggi più che mai essenziale, soprattutto in un’epoca in cui la diffusione digitale rende le opere facilmente condivisibili ma anche vulnerabili. Investire nella tutela legale della propria creatività significa garantirsi maggiori opportunità professionali e una difesa efficace in caso di controversie.



